di Nicola Pifferi
Vi ricordate la mattina del 24 giugno 2016? Eravamo andati tutti a dormire felici con “Chicco” Mentana e il “bretellato” Antonio Di Bella che ci dicevano di stare calmi, che la Brexit non si sarebbe fatta. Poi la mattina ti svegli, prendi in mano il cellulare, e il tuo telefono è bombardato di notifiche di tutte le agenzie di stampa che ti dicono che niente, la Brexit si fa, eccome si fa.
Oggi siamo più o meno di fronte alla stessa situazione. Siamo andati a dormire mediamente felici verso le 3 di notte dicendoci che sarebbe andato tutto bene e al risveglio: déjà-vu.
Una mia amica e collega questa mattina mi ha scritto: “Stiamo vivendo in un periodo fortemente instabile”. Il problema, però, è che la fase di forte instabilità sembra quasi già superata: direi piuttosto, come le ho risposto, che “siamo in un periodo che va stabilmente male” (lo ammetto, le ho risposto in maniera un filo più colorita). Le sfide della politica e della comunicazione diventano quindi fondamentali: c’è ancora la possibilità di girare questa situazione e ripartire? Assolutamente sì. Certo che ogni volta che un Paese anglofono se ne esce con un’ideona di questo tipo diventa più difficile.
Stanno cambiando le modalità, però: se in passato chi votava “scomodo” non te lo diceva e preferiva mentire ad amici e parenti piuttosto che ammetterlo, negli ultimi giorni è sembrato che votare Trump fosse veramente una cosa di cui vantarsi. E lo stesso discorso valeva per il “leave” del Referendum britannico.
“Eh, ma gli americani se lo meritano!” Mi sembra esagerato. Certo, se la sono cercata. Ma che se la meritino forse no. Anche perché ci finiamo di mezzo tutti. Ora c’è da sperare che il pazzo Trump di “Make America Great Again” fosse un personaggio televisivo ben orchestrato e che il signor Donald Trump, quello che poi sarà eletto a dicembre dai grandi elettori, si riveli un personaggio con un minimo “di sale in zucca”. Speriamo, in poche parole, che la vignetta architettata dal popolo tedesco per mettere in guardia gli americani su Trump non si avveri.
Prossimi appuntamenti sul calendario delle sorprese: Referendum Costituzionale ed Elezioni Presidenziali austriache. Entrambi il 4 dicembre 2016, entrambi dai risultati incerti che potrebbero stravolgere la situazione politica europea. Hofer, il candidato di estrema destra austriaco, potrebbe essere descritto come un interessante misto del britannico Farage e dell’americano Trump, solo che lui parla tedesco ed è austriaco: vi ricorda qualcuno?
A questo punto c’è da chiedere formalmente che gli spogli del Referendum Costituzionale italiano e delle Presidenziali austriache del 4 dicembre vengano fatti di giorno, evitando così almeno la sorpresa devastante della mattina successiva. Aggiungerei: vietato assolutamente qualsiasi tipo di “pisolino” pomeridiano.
Ah, comunque, una mezz’oretta fa, alle 9:30 circa, il presidente russo Putin ha mandato un messaggio su Telegram a Donald per congratularsi. Io ve lo dico. Voi traetene le conseguenze del caso.
Immagine: Tom Pennington/Getty Images