E anche quest'anno il primo maggio è arrivato. La Festa dei Lavoratori solitamente significa uscire di casa, godersi la giornata di riposo dalle proprie attività, magari per una gita fuori porta. Se sei giovane però, significa sostanzialmente una cosa: il concertone. Parliamo ovviamente del concertone di Roma che ogni anno si progetta, ma che se non sei di Roma poi finisci sempre per ascoltarlo in diretta radio.
E insomma, che sia dei lavoratori o degli appassionati di musica, il primo maggio 2020 è a tutti gli effetti un primo maggio straordinario. Non una domenica come le altre, insomma, ma una festività non immune agli effetti della quarantena: le misure che prevedono eventi di grande portata cancellati e il passaggio allo smart-working stanno realmente mettendo a dura prova ogni ricorrenza e anche quest’anno, al concertone del primo maggio si va l’anno prossimo, perché al concerto non si potrà assistere dal vivo. L’evento si terrà comunque, sia chiaro, ma con le dovute cautele e precauzioni dovute alla pandemia.
Come ogni anno, il concerto verrà trasmesso in diretta nazionale su Rai 3, Rai Radio 2 e Raiplay a partire dalle ore 20 fino alle 24: la diretta radiofonica sarà commentata da Gino Castaldo e Ema Stokholma, mentre a presentare gli artisti sul palco del Teatro delle Vittorie di Roma ci sarà Ambra Angiolini. Esattamente, la serata sarà a porte chiuse e le varie esibizioni saranno messe in onda sottoforma di contributi.
Gli ospiti internazionali confermati nel Concerto del Primo Maggio 2020 di Roma sono Sting e Patti Smith. Mentre, tra gli italiani, oltre a Gianna Nannini, Vasco Rossi e Zucchero ci saranno Aiello, Alex Britti, Bugo con Nicola Savino, Cristiano Godano (Marlene Kuntz), Dardust, Edoardo ed Eugenio Bennato, Ermal Meta, Fabrizio Moro, Fasma, Francesca Michielin, Francesco Gabbani, Fulminacci, Irene Grandi, Le Vibrazioni, Leo Gassmann, Lo Stato Sociale, Margherita Vicario, Niccolò Fabi, Noemi, Orchestra Accademia di Santa Cecilia, Paola Turci, Rocco Papaleo e Tosca.
Una festa, dunque, che cerca quanto più possibile di riportare a una sorta di normalità, continuando a portare avanti una tradizione quest’anno trentennale, anche mantenendo gli stessi conduttori (televisivi e radiofonici) come a voler sottolineare la continuità con gli anni passati.
Ma oltre a essere una giornata di musica, il primo maggio è principalmente una giornata di festa, cioè festiva, ma non una semplice domenica. E mai come quest’anno è doveroso pensare un attimo alla portata del nostro impegno lavorativo. Oggi, purtroppo, non sono in tanti a poter festeggiare.
Pensiamo a chi possiede una attività chiusa da due mesi, con il conto in rosso niente più risparmi per pagare le bollette. Pensiamo a chi ha passato le notti in bianco e in una tuta caldissima, scomoda, che impedisce i movimenti e segna il volto, e conta i pazienti che l’hanno fatta, ma quelli che invece non ce l’hanno fatta. Pensiamo a chi quasi si sente in colpa per aver mantenuto il suo lavoro in condizioni normali, mentre c’è chi ieri lo ha perso e ora deve reinventarsi e cambiare vita.
Mai come oggi, forse, il primo maggio assume un valore storico come nel 1890, quando fu istituita la festa nazionale. Mai come oggi, nel periodo più buio economicamente parlando dal secondo dopoguerra, ci troviamo a riflettere sul valore che il lavoro ha e quello che al lavoro diamo ogni giorno. Riflettendo sulle scelte che sono state fatte e su quelle che ancora si possono fare, si può davvero credere che il cambiamento possa partire dal lavoro ma soprattutto dai lavoratori, in un futuro prossimo – alla fine della quarantena -, e in un futuro più lontano?