di Giuseppe Tirelli
Siamo andati per voi ad una delle tappe delle "Giornate di conoscenza delle culture indigene minacciate nel loro diritto di sopravvivenza" nell'ambito della "Settimana di azione contro il razzismo". La proiezione del film Krenak, in anteprima nazionale sabato scorso a Trento, è stata l'occasione di vivere un arricchente momento di scambio e riflessione, testimoniato dalle parole e racconti di ospiti brasiliani portatori di grandi valori.
Per quanto seducente possa apparire l'Amazzonia agli occhi di noi euopei, si tratta di un mondo che è profondamente minacciato di scomparsa, insieme ai nativi che ne custodiscono i segreti. Krenak (Rogèrio Correa, 2017 – 74 Min.) racconta la storia dell'omonima popolazione, residente nel Minas Gerais. L'excursus comincia con la "guerra giusta" del 1808 e si conclude col disastro ambientale dovuto alla rottura della diga sul fiume Rio Doce, avvenuta nel 2015.
"Dopo due anni dal secondo crimine ambientale della storia del Brasile, non è ancora cambiato niente" racconta ai nostri microfoni Shirley Djukurna Krenak, l'indigena protagonista del film e attivista nella divulgazione e valorizzazione della storia e della cultura del suo popolo. "800 kilometri di distruzione totale, l'economia dei nostri villaggi è in ginocchio, anche dal punto di vista psicologico. Dopo anni di torture, deportazioni e lotte, nessuna statistica ufficiale parla degli altissimi livelli di depressione registrati nei nostri villaggi a seguito del disastro, e non solo da persone anziane. A tutto ciò si aggiunge l'emergenza della febbre gialla, un'epidemia che sta falcidiando la popolazione e può essere un problema anche per gli stranieri".
"La nostra comunità" continua Shirley "è quella, tra tutte, che più va a fondo nel raccontare la realtà di questi luoghi, a partire dalla mancanza di acqua all'interno delle case. Ci sono problemi gravissimi che gravano come macigni sul benessere delle persone, problemi che non sembrano interessare granché a Governi, televisioni e giornali. Noi vogliamo solo che si racconti ciò che davvero succede" e conclude "Se ci dimentichiamo della terra, ci dimentichiamo di noi stessi; che razza di esseri umani saremmo se ci dimenticassimo di noi stessi?"
Abbiamo fatto due chiacchiere anche con Anna Conti, l'organizzatrice di una serie di eventi su questo tema: "E' importante che ci siano persone interessate a fare in modo che la verità venga a galla. Nell'ambito della "Settimana di azione contro il razzismo" ho pensato di arrivare a coinvolgere due nativi indigeni brasiliani, invitandoli a parlare in prima persona per informare il pubblico e le scuole su quello che sta succedendo. Deve passare il messaggio che i problemi non riguardano solo gli indigeni ma comunità intere. E' necessario che qualcuno racconti, che sentiamo parlare di queste storie, e che la verità sia detta!".