di Giorgia Roda e Miriam Viscusi
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Marina Baldo, ideatrice del Satellite festival, di cui abbiamo già parlato qui, per farci raccontare la storia di questo progetto creativo unico in Alto Adige.
Prima domanda: Satellite si pronuncia in italiano o in inglese?
(ride) In italiano, ma se preferite va bene anche detto in inglese. Abbiamo pensato a un nome che potesse rendere unico questo festival e abbiamo scelto “satellite” pensando a cos'era ed è questo quartiere. Casanova è uno dei tanti “quartieri satellite” che ruotano intorno al centro città, e, proprio come un satellite, sta ai margini. Nessuno lo considera ma noi volevamo comunicare che questo Satellite può portarti in spazi mai esplorati, mondi sconosciuti fatti di musica e video.
Siete tutti di Bolzano?
Tutti tranne Eva (studentessa da Pisa) e Susanna (trasferitasi a Bolzano da Genova), che hanno abbracciato questo progetto anche se non avevano legami iniziali con la città.
Raccontaci il progetto e di cosa si tratta esattamente.
Sattelite/// music video festival è una rassegna di cortometraggi che hanno come tema fondamentale la musica. Ci sono documentari, film di finzione, film sperimentali, animazione…In tutti i cortometraggi il comune denominatore è la musica: come motivo di rinascita, sottofondo che ci accompagna e ci fa vivere le cose che ci circondano, il mondo, la città. O anche come antidoto al senso di angoscia e malessere che può capitarci di provare.
Hai fatto dei ringraziamenti molto speciali a Seeyousound. Di chi o cosa si tratta?
Satellite nasce proprio grazie a SEEYOUSOUND, una rassegna di film dedicati alla musica e nata tre anni fa a Torino. I ragazzi di Seeyousound hanno contribuito a questo festival, ci hanno concesso alcuni cortometraggi tra cui noi di Satellite abbiamo scelto quelli che vedrete. Li abbiamo scelti pensando a cosa potesse avere un legame anche con la città di Bolzano e in particolare con questo quartiere. I ragazzi di Torino sono stati molto contenti di sostenerci: abbiamo anche fatto un viaggio da Bolzano per incontrarli. Abbiamo visto con loro dei documentari e definito meglio il progetto. È stato molto utile iniziare con l’aiuto di un festival già avviato: ci ha dato le basi.
Avete trovato un riscontro positivo finora? In città, nel quartiere?
Nel quartiere è un po’ difficile. Bisogna lavorare sulla gente, convincerla a uscire fuori di casa. Bisogna avere costanza e continuare a spingere per far conoscere il progetto. Infatti abbiamo notato che i primi appuntamenti non sono andati tanto bene, ma il quarto e il quinto stanno funzionando già meglio e hanno attirato più spettatori.
In città abbiamo fatto le “Anticipazioni”: un giovedi al mese abbiamo portato videomaker trentini e altoatesini al Pippo. Siamo partiti dal centro città per poi, organizzando il festival, portare i collaboratori verso un altro quartiere. L’idea è anche quella di creare un nucleo locale di video maker, per dar vita a un festival in cui anche i cortometraggi offerti siano “prodotti” qui. (Sì, avete capito bene, non vogliamo fermarci a questa prima edizione).
I musicisti degli happening sono tutti di Bolzano?
Sì, tutti locali, per dare valore a quello che c’è nel territorio. Così come abbiamo coinvolto video maker altoatesini, abbiamo anche voluto dare spazio ai musicisti del territorio.
E a proposito di “locals”: l’anno prossimo vorremmo coinvolgere i registi e video maker della zona con un contest.
Quali sono i background di voi organizzatori? Tu ti occupi di video?
Sì, io sono videomaker anche se prima ho lavorato come tecnico di palcoscenico in teatro per sei anni, appena finita la Zelig (scuola per documentari, televisione e nuovi media ndr). Ho lasciato quel lavoro quando ho realizzato che era il video quello che volevo fare. Gli altri hanno diversi background però nell’organizzazione di Satellite siamo tutti volontari. La maggior parte dei volontari appartiene a Officine Vispa e il progetto rientra nel più vasto “Beni comuni partecipazione” o Lab0471, contenitore di progetti di quartiere che intendono riqualificare il territorio. Tutto parte dalla volontà di usare appieno le potenzialità della Sala polifunzionale. Altri volontari e collaboratori vengono da Pippo Food Chill Stage e Musicablu. Rispettivamente il Pippo (Paolo Izzo) ci ha aiutato dandoci un luogo per le Anticipazioni e per la festa finale. Invece da Musicablu (in particolare con l'aiuto di Diego Baruffaldi) provengono i buskers che hanno suonato in giro per la città.
Progetti per il futuro?
Continuare! Magari includere più persone, coinvolgere gli studenti e portarli in zone di Bolzano che non siano il centro. Già con il primo bando abbiamo cercato di coinvolgere gli universitari (grafici, design). Sarebbe bello creare dei veri e propri team: comunicazione, grafica, proiezioni, tecnici.
Se volete fare parte della prossima eidzione, non perdete d’occhio la pagina Facebook Satellite /// music video festival nei prossimi mesi!