di Martina Bartocci
Siamo giunti al secondo appuntamento della nostra rubrica, che oggi vi propone una nuova intervista ad un dottorando di Unitn. Obiettivo di questo approfondimento è quello di far conoscere meglio il percorso accademico post lauream, al fine di orientare tutti gli studenti che possano esservi interessati.
Entriamo subito in medias res e, percorrendo virtualmente i corridoi della facoltà di Giurisprudenza, incontriamo il Dott. Tommaso De Mari Casareto dal Verme, al quale abbiamo chiesto di compilare il seguente questionario:
Nome: Tommaso
Cognome: De Mari Casareto dal Verme
Ambito di studio: Studi Giuridici Comparati ed Europei – Curriculum Diritto Privato
Anno di dottorato che sta frequentando: Secondo
1) Qual è stato il suo percorso di studi? Riassuma brevemente la propria esperienza personale, partendo dalla scelta della scuola superiore fino ad arrivare alla laurea.
Quando avevo quattordici anni, al termine delle scuole medie, mio padre mi disse: «Puoi fare quello che vuoi, basta che tu faccia il classico». Così ho frequentato il Liceo Classico Cristoforo Colombo di Genova. Nel 2014, durante il mio ultimo anno di scuola superiore, ho partecipato in aprile al test di ingresso per la Facoltà di Giurisprudenza di Trento, che non ho superato per poche posizioni. Poco tempo dopo sono venuto a sapere di essere stato ripescato a seguito dello scorrimento della graduatoria, ma il termine per l’accettazione era scaduto. Dopo il diploma, che ho conseguito con votazione di 90/100, mi sono iscritto alla facoltà di Giurisprudenza di Genova che ho frequentato dal settembre 2014. Nel corso dei miei studi universitari nel 2017 ho trascorso un semestre a Lubiana in Slovenia nell’ambito del progetto Erasmus+. Nel 2018 e 2019 ho lavorato part time negli uffici amministrativi dell’Università di Genova come studente 150 ore. Nello stesso periodo ho frequentato la Clinica Legale in materia di immigrazione e asilo. Mi sono laureato il 2 luglio 2019 con 110/110 e lode.
2) Come mai ha scelto questo corso di laurea e cosa la affascina di più delle proprie materie di indirizzo?
Ho scelto la facoltà di giurisprudenza perché pensavo di voler diventare un grande magistrato. Con il tempo e l’esperienza le mie aspirazioni sono periodicamente mutate. Quello che continua a coinvolgermi del diritto è la sua capacità di tradurre le vicende della vita di tutti in una lingua accessibile a pochi.
3) Cosa l’ha spinta ad intraprendere il percorso del dottorato di ricerca? Sta conseguendo il dottorato per avere un bagaglio formativo ulteriore (che possa risultare utile in ambito lavorativo) oppure ha come obiettivo futuro quello di dedicarsi alla docenza universitaria?
Il mio percorso lavorativo è sempre stato caratterizzato dalla volontà di provare più esperienze possibili per comprendere a pieno le mie inclinazioni e le mie capacità. Quando usciamo dall’università siamo come neonati che vengono catapultati nel mondo degli adulti e nessuno ci dice cosa fare. Così, ho deciso di fare tutto. Dopo la laurea ho iniziato la pratica forense a Genova e contemporaneamente svolgevo il tirocinio presso gli Uffici Giudiziari. Quando sono stato ammesso al dottorato nel novembre 2019 mi sono trasferito a Trento e ho proseguito qui la pratica forense. Ancora oggi non so dove mi porteranno queste strade, ma so che entrambi i mondi si arricchiscono a vicenda e mi portano tante soddisfazioni. Sicuramente mi piacerebbe intraprendere la carriera universitaria, ma non voglio limitare le mie possibilità.
4) Cosa fa concretamente un dottorando? Quali sono le principali attività che è chiamato a svolgere all’interno dell’università? Ci sono esami da sostenere periodicamente?
Il dottorato consiste sicuramente nel fare ricerca e l’obiettivo principale è scrivere la tesi. Ci sono, inoltre, lezioni obbligatorie da seguire e adempimenti cui assolvere per essere ammessi agli anni successivi. Oltre ciò il dottorato permette di fare anche altre esperienze interessanti e formative. In questi due anni ho avuto modo di svolgere attività di supporto alla didattica nell’ambito di due corsi universitari, così come di partecipare alle relative commissioni d’esame. Inoltre, ho partecipato a molti convegni e seminari. Nel corso di quest’anno, poi, avrò l’occasione di organizzare io stesso un seminario vertente sul mio tema di ricerca. L’anno prossimo, invece, trascorrerò sei mesi all’estero nell’ambito della mia attività di ricerca.
5) Descriva, a suo personale giudizio, un aspetto positivo e un aspetto negativo del dottorato di ricerca.
Un aspetto positivo del dottorato è sicuramente rappresentato dalle magnifiche persone che ho incontrato e che, sono sicuro, rimarranno con me per la vita. Un aspetto negativo è che, purtroppo, il dottorato non rappresenta alcuna sicurezza a livello lavorativo: riuscire ad intraprendere la carriera universitaria è difficile, si sa. L’importante, comunque, è mettercela tutta.
Ringraziamo il Dott. De Mari Casareto dal Verme, al quale porgiamo i migliori auguri per la sua carriera accademica!
Vi aspettiamo numerosi al prossimo appuntamento, per fare quattro chiacchiere con un altro dottorando.
P.S. La prima intervista della nostra rubrica è reperibile al seguente link: https://www.sanbaradio.it/content/una-vita-da-dottorando-1