Settimana intensa per l’università di Trento. In ballo c’è l’approvazione del nuovo statuto e la scadenza del 7 marzo è sempre più vicina. Dopo una “bozza zero” che non piaceva quasi a nessuno, è arrivata una seconda versione. Sono state apportate alcune modifiche ma la discussione non si è placata. Tra i punti maggiormente contestati c’è la composizione del Cda, ritenuta sbilanciata a favore della provincia, punto sul quale con tutta probabilità si giocherà l’approvazione.
Abbiamo intervistato il preside della facoltà di Economia Paolo Collini, tra nuove proposte, osservazioni sulla gestione della delega e prospettive
· A che punto siamo? Il professor Collini commenta la nuova bozza dello statuto e le diverse alternative. Tra i punti principali compaiono i meccanismi di elezione del rettore.
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· Si parla poi della composizione del Senato accademico e del Cda. Se per il primo punto alcuni passi avanti sono stati fatti, sulla Cda Collini dice: “Mantengo molte perplessità”. Ecco la proposta dei presidi…
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· Come è stata gestita l’applicazione della legge delega? Quali sono stati i passaggi più controversi a partire dalla definizione della Commissione?
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· Il rettore come ha gestito questa fase? Collini osserva “Io avrei fatto diversamente. Una fase di confronto avrebbe facilitato le cose”.
Alla domanda sul suo ruolo in ateneo risponde: “Al momento non mi vedo futuro rettore”.
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