Di Matteo Breda
Il 19 novembre si è svolta la cerimonia d’inaugurazione ufficiale della nuova biblioteca dell’università di Trento: all’evento non sono mancati gli interventi di figure di spicco quali il rettore dell’università Paolo Collini, il presidente della Provincia Ugo Rossi, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta e, forse il più atteso tra tutti, l’architetto Renzo Piano; da non dimenticare nemmeno l’accompagnamento del coro studentesco del conservatorio Bonporti.
Il nuovo edificio è situato all’estremità opposta del quartiere delle Albere rispetto al MUSE, e del più famoso museo a qualcuno potrebbe in effetti sebrare una copia: la somiglianza in realtà è voluta, in quanto la realizzazione dell’intero quartiere, assieme ai suoi due poli culturali, è frutto del pianificato lavoro di Renzo Piano. Non era una novità che l’università di Trento fosse in cerca di una nuova collocazione per la sua biblioteca: dopo aver scartato il progetto originale per una sede a San Severino si è quindi riusciti a convertire ad utilizzo di biblioteca l’allora inutilizzato gemello del MUSE.
Una volta entrati nella nuova biblioteca, però, ci si accorge di come lo spazio sia stato gestito in modo assolutamente unico: 10 chilometri di scaffali sono distribuiti su ben sette piani, realizzati secondo moderne e funzionali concezioni dello spazio; l’ampio uso di vetri e lucernari garantisce un’illuminazione costante e naturale, e la scelta di impiegare soluzioni costruttive a basso impatto ambientale (come l’ampio utilizzo che è stato fatto del legno di bambù) ha già guadagnato all’opera i primi riconoscimenti. Non è mancata nemmeno qualche polemica, come quelle ormai abituali riguardanti lo stato di inutilizzo abitativo in cui ancora versa il quartiere delle Albere; Renzo Piano risponde: “Oggi siamo qui a festeggiare l’apertura della biblioteca, non vedo perché funestarla con altri argomenti”.
Nonostante l’inaugurazione sia già avvenuta le porte si apriranno effettivamente ai visitatori solo da metà dicembre, una volta ultimati anche i lavori dell’ultimo minuto.