di Fiamma Rodi
Questo lunedì, 22 gennaio, alla sede centrale del Centro Sportivo Universitari in Via Giovanni Prati 10 è stata presentata la Squadra Speciale Cus di Basket che, da settembre, ha iniziato a competere con le altre squadre iscritte al Campionato.
La squadra è stata presentata con un epiteto che ne descrive appieno la particolarità: "Dream Team". Non si tratta infatti di semplici atleti giocatori di basket ma di tredici ragazzi richiedenti asilo, tutti ospitati attualmente dalla Cooperazione "Caleidoscopio" in Via Al Desert a Trento.
Si tratta di una prima nazionale poichè finora le squadre in cui i giocatori sono "richiedenti asilo" si limitavano al calcio e al rugby.
A parlare del progetto erano presenti molte autorità sportive ma non solo, coordinati principalmente da Paolo Bari, responsabile della sezione pallacanestro del Cus. Una delle autorità era la Prof.ssa Claudia Demattè, presidentessa del Cus Trento che ha definito il progetto come "una collaborazione con il mondo universitario e una possibilità per i giocatori di sentirsi integrati a pieno di far parte di una squadra proprio come tutte le altre".
Il progetto è partito due anni fa sotto la direzione del presidente dell'Aquila Trento, Luigi Longhi; poi ha trovato l'appoggio del Cus Trento. Tutti i giocatori sono stati preparati in questi due anni sotto gli occhi vigili di un allenatore e dei responsabili del circolo sportivo, insegnando le basi del basket e aiutando i ragazzi ad esprimersi nella disciplina.
Attualmente, da agosto 2017, gli allenamenti sono stati fissati a 2 a settimana e la squadra ogni fine settimana incontra un'altra squadra, spostandosi anche in trasferta.
Un aspetto che non è stato dimenticato è il complesso iter burocratico che ha impegnato la squadra per poter assicurare una giusta iscrizione per il circuito di partite nel territorio trentino.
Altri relatori erano Giuseppe De Angelis, ex presidente della Federbasket nelle veci del presidente assente, Mauro Pederzolli, trattenuto da altri impegni.
Molte autorità del mondo università hanno partecipato alla conferenza stampa come Barbara Poggio, responsabile della sezione di unità e diversità dell'Università di Trento e Sara Ferrari, assessore all'Università e ricerca.
Tutti i relatori, oltre ai loro singoli interventi, hanno convenuto su di un solo filone toccato numerose volte durante la conferenza: lo sport è più che mai simbolo di unione e integrazione a tutti i livelli.
Questo progetto non è solo un'opportunità per allietare l'attesa dell'asilo ai tanti ragazzi volenterosi ma è simbolo dell'importanza del gioco di squadra e per sottolineare l'importanza del diverso. Grazie all'attività sportiva questo "diverso" che impaurisce alcuni fra di noi, si trasforma un po' in "conosciuto" grazie a questi ragazzi che corrono e fanno canestro proprio come qualsiasi altro atleta delle squadre trentine.