di Cecilia Passarella
Ambientato durante gli anni della Grande Guerra, Onions è un cortometraggio prodotto dalla casa di produzione cinematografica trentina Will o Wisp. Fondata nel 2016 da Anna Bressanini e Martin Alan Tranquillini, Will o Wisp si pone l’obiettivo di raccontare storie capaci di ispirare ed emozionare il pubblico con le sue produzioni. L’ultima è proprio Onions, presentata domenica 11 novembre alle Gallerie di Piedicastello e introdotta da una mostra che ripercorre gli ultimi due anni della Prima Guerra Mondiale, il biennio 1917-18.
E proprio attraverso questa mostra, che permette di addentrarsi in un’atmosfera di guerra, che testimonia i fatti, gli orrori, la forza della propaganda e le lettere che i soldati scrivevano dal fronte, il quadro di ambientazione del cortometraggio delinea i suoi contorni.
Due soldati inglesi riflettono, in attesa del rancio, sul senso della guerra. Ci sono dei valori, delle tradizioni, dei fantasmi, che sono troppo radicati nelle società per essere messi in discussione. La difesa della patria è un dovere che hanno tutti i cittadini di tutti gli Stati. Morire in guerra è un onore. Tornare a casa dalle proprie famiglie un trionfo. Ma qual è la posta in gioco? Cosa resta di questi valori quando coricati si presenta davanti agli occhi il viso del soldato morto sotto il fuoco nemico? Cosa vuol dire uccidere un uomo?
Sono tanti gli interrogativi sollevati dalla produzione nonostante la sua brevità e la scarsità delle battute. Il tutto è affidato all’espressività degli attori e al peso delle parole dei dialoghi. Sebbene non vi siano scene cruente, la presenza della morte è forte ed è sempre dai dialoghi che questa affiora come un tormento.
È evidente la volontà di scavare nelle emozioni dei soldati proprio durante l’ultima fase del conflitto. E ciò che è emerso è proprio la rappresentazione di due realtà diverse, delle due esperienze opposte della guerra, incarnate dai due personaggi principali. Si sono appena incontrati, ma un forte legame invisibile li condurrà a una più profonda conoscenza della loro stessa umanità.