Dal 18 al 21 novembre al Teatro Sanbàpolis e a ingresso gratuito, sarà di scena la quattordicesima edizione del Festival CinemaZERO, un festival dedicato al cinema “minore”, ovvero più libero, autonomo e indipendente rispetto al cinema che solitamente arriva nelle sale. Un festival che guarda al cinema artigianale in opposizione al cinema industriale che va per la maggiore.
Ospite d'onore di questa edizione, e protagonista di una densa retrospettiva, l'opera e il genio di Hubert Sauper, documentarista austriaco di fama mondiale, i cui film hanno spesso suscitato controversie, di cui proietteremo "Epicentro" (2020), "We Come As Friends" (2014), "Darwin's Nightmare (2004) e "On the Road With Emil (1993) a cui seguirà un incontro in diretta streaming con l’autore.
Dal 18 al 21 novembre saranno quattro giorni alla scoperta dei film di uno straordinario pioniere del cinema zero come Hubert Sauper, del singolarissimo film di found footage di Eléanore Weber, del femminismo anarco-punk di Lizzie Borden, del piccolo gioiello iper-indipendente degli anni '50 di Margot Benacerraf, del canto d'amore prodotto dal genio di Jean Genet.
E a tutto questo aggiungiamo l'esplorazione nella produzione mondiale di cinema zero permessa dai film in concorso, oltre che dai due focus dedicati al cinema della pandemia e all'animazione. Ciliegina sulla torta, le produzioni "fatte in casa" di SguardoZERO.
Ma Festival CinemaZERO è anche e soprattutto il concorso internazionale che ogni anno scova dei veri e propri gioielli della produzione iper-indipendente di tutto il mondo, che difficilmente è possibile reperire altrove o sulle piattaforme streaming.
Boom di iscrizioni per l’edizione di quest’anno, oltre 3500 opere pervenute letteralmente da ogni angolo della terra. In competizione 16 cortometraggi entro i 20’ di durata, tutti realizzati da singoli autori o da piccoli gruppi, in maniera artigianale, con una produzione ridotta all’essenziale. 16 opere provenienti da 11 paesi, diversissime fra loro, che abbracciano buona parte dello spettro di formule e generi della produzione di cinema "zero". Il 19 e 20 novembre, divisi in due blocchi da 8, questi film saranno in proiezione a partire dalle 20:45 al Teatro Sanbàpolis di Trento.
Se il Festival è dedicato ai documentari di Hubert Sauper e al concorso, anche quest’anno è presente un ricco programma fuori concorso che merita l’attenzione del pubblico di qualsiasi tipo: sabato pomeriggio viene proiettato “Araya” (1959) di Margot Benacerraf, un piccolo film documentario degli anni ’50, girato da una mini-troupe di due persone e diretto da una regista donna. Un classico nascosto di “cinema zero”, che parla di un remota isola venezuelana la cui comunità locale sopravvive grazie all’economia del mare. Sempre sabato prima dello puntino serale è il turno di “Un chant d’amour” (1950) di Jean Genet, un capolavoro di “cinema zero” realizzato dal genio inclassificabile di Genet: si parla ancora di confinamento e isolamento, ma in questo caso l’ambiente è carcerario e la dimensione è metaforica. A seguire “Il n’y aura plus de nuit” (2020) di Éléonore Weber, l’immancabile appuntamento con i film di found footage in questo caso prende una piega davvero sorprendente: l’autrice francese lavora infatti esclusivamente con materiali girati in ambito militare in Iraq, Siria e Afghanistan e propone una potentissima riflessione sull’atto di vedere.
Domenica pomeriggio prima della finale di SguardoZERO si proietta “Born in Flames” (1983) di Lizzie Borden, un film anarco-punk femminista nella forma di un finto documentario ambientato in una dimensione distopica (che tanto assomiglia agli USA degli anni ’80): serve aggiungere altro? Sì, la visionaria messa in scena dell’esplosione delle Twin Towers.
Insomma il pubblico è invitato a scoprire un’eterogenea varietà di “cinema zero”, radicale, indefinibile, e capace di assumere quelle prospettive sorprendenti che sfuggono al cinema industriale.
Pur nella propria dimensione internazionale, il FCZ mantiene una grande attenzione nei confronti del territorio e dei giovani. Anche in questa edizione al concorso principale si affianca il concorso SguardoZERO: un progetto parallelo del FCZ e di il Funambolo finalizzato alla produzione di corti realizzati secondo un’idea di “cinema zero” da under 30 del territorio trentino affiancati da professionisti del settore dall’ideazione alla scrittura fino alla realizzazione di un corto.
Novità di quest’anno: insieme ad Adcom (sponsor tecnico del Festival) presentiamo una speciale sezione del concorso dedicata ai film che raccontano quanto abbiamo tutti vissuto, e stiamo ancora vivendo, a causa della pandemia.
Anche quest’anno la domenica pomeriggio il Festival ospita un focus sul mondo dell’animazione composto con una selezione di opere iscritte al FCZ: è il momento di dare spazio a queste esperienze di vero e proprio artigianato cinematografico. Il programma adatto ai bambini.
Negli spuntini accanto ai nostri storici sponsor Cantina di La Vis, Birrificio Plotegher e la Gnoccata (che offre il pranzo alla giuria), il pubblico potrà assaggiare i piatti preparati e serviti grazie alla collaborazione con MIDI Trento.
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Insomma, c’è molto da scoprire in questo piccolo festival che vive sulla curiosità del pubblico: chi si accontenta di ciò che siamo abituati a vedere, probabilmente non ne sente la mancanza, ma chi è in cerca di sguardi e parole differenti, dovrebbe dargli una possibilità.
Le quattro giornate del Festival CinemaZERO si terranno a Sanbàpolis e sono a ingresso gratuito. L’organizzazione è del collettivo il Funambolo.
Iniziativa realizzata da il Funambolo e ATU con il supporto di Opera Universitaria e il contributo di: Fondazione Caritro – Provincia Autonoma di Trento.
Premi in collaborazione con www.adcom.it
Sponsor tecnici: La Gnoccata – Birrificio Plotegher – Cantina La Vis e Valle di Cembra
Catering a cura di MIDI Trento
Il programma completo lo trovate qui: https://www.festivalcinemazero.it/programma/