di Lorenzo Caoduro
Alessio Boni, oltre ad interpretare il protagonista e firmare la drammaturgia e la regia assieme a Roberto Aldorasi e Marcello Prayer, porta in scena al Teatro Sociale di Trento un Don Chisciotte superbo. Lo spettacolo ha inizio in un palcoscenico in ombra, mentre dei chirughi sono intenti a salvare la vita di un paziente che sognerà succesivamente di essere un cavaliere di ventura con l'obiettivo di difendere i deboli e sconfiggere i malvagi.
Diviso in due parti il Don Chisciotte di Boni tocca i punti più iconici dell'opera di Miguel Cervantes: l'assalto ad una processione religiosa e quella ai mulini a vento; senza tralsciare il gregge scambiato per saraceni, la battaglia con il Cavaliere degli Specchi e l'amore per Dulcinea. Ill fido scudiero Sancho Panza, Serra Yilmaz musa di Ferzan Ozpetek, accompagna il cavaliere di ventura nelle sue pazze avventure contrapponendosi con ironia e raziocinio. Attorno a loro si alternano oltre 30 personaggi tra citazioni, esagerazioni e con spiccati accenti regionali, confezionando uno spettacolo superbo e godibile. Encomio da non dimenticare va dato ai costumi, alla scenografia, ma soprattutto a Ronzinante, interpretato da Biagio Jacovelli, il quale conquista la scena tra un nirtrito e l'altro.
Alessio Boni con questo spettacolo ci ricorda infine, che la follia dopotutto è l'ultimo baluardo nell'inseguire i nostri sogni, perché tutti i giorni, citando Cervantes, "combattiamo contro tre giganti: l'ingiustizia, la paura e l'ignoranza".
Immagini Centro Servizi Culturali Santa Chiara