(fotografia di Niccolò Caranti)
Dopo i dibattiti delle ultime settimane che hanno vista coinvolta l'Opera Universitaria tra borse di studio e mancanza di spazi, siamo andati a parlare con il presidente dell'ente, Fulvio Zuelli, che questa mattina ci ha accolto nel suo studio e ci ha concesso di rispondere a qualche domanda.
In queste ultime settimane si è parlato molto della questione delle borse di studio, 350 studenti non hanno avuto i soldi benché ne fossero idonei. Quale è stato l'intoppo?
Quello che succede nel 90% degli atenei è che l'ente per il diritto allo studio fa una graduatoria delle persone che hanno diritto alla borsa di studio ma spesso non ha sufficiente disponibilità economica per dare completa copertura. Quindi si formano due categorie: quella dei “Beneficiari” e quella degli “Aventi Diritto”, perché potrebbero non esserci i quattrini per dare la borsa di studio. Nel nostro caso mancavano 250 mila euro per poter chiudere la graduatoria. Fino ad oggi l'Opera Universitaria era riuscita a soddisfare tutti, siamo due o tre in tutta Italia ad essere sempre riusciti a farlo, quest'anno ci siamo trovati in grossa difficoltà. Il motivo è che c'è stato un grosso taglio del finanziamento all'Opera da parte della Provincia di circa 800 mila euro che ci ha portati ad avere quel milione in meno che ha inciso un po' su tutte le voci.
Si vocifera che un rimedio sia stato trovato. Gli studenti riceveranno la borsa di studio?
Non si è mai trattato di un no definitivo. Adesso stiamo cercando di trovare, attraverso una limatura che si fa ogni anno ma che quest'anno è stata fatta proprio al centesimo, di recuperare questa somma. Nel consiglio di amministrazione di martedì ho informato i colleghi che dovremmo riuscire a recuperare questi 250 mila euro. Lunedì prossimo è convocato un consiglio straordinario per approvare una variazione di bilancio e portare tutti questi avanzi di denaro sotto la voce “Borse di Studio”. Quindi io sono più che ottimista che riusciremo a coprire tutte 350 le borse di studio interamente e nel giro di poche settimane, gli studenti non si accorgeranno neanche del ritardo. Il lavoro di limatura fatto quest'anno però non può ripetersi ogni anno, abbiamo raschiato fino all'osso, se l'anno prossimo la Provincia non incrementa i fondi non credo riusciremo a soddisfare la richiesta.
Passiamo alla questione spazi che a Trento è un problema sempre all'ordine del giorno. Qualche settimana fa c'è stata l'occupazione della mensa di via 24 maggio. Lei ha parlato con gli studenti in quell'occasione?
Certamente, io ho parlato con quegli studenti, mi sono confrontato con loro e devo dire che in quel caso alla base dell'occupazione c'era un grosso malinteso: i ragazzi credevano che quella fosse una ex-mensa universitaria invece il punto ristoro era solo momentaneamente chiuso perché noi e il gestore del servizio mensa abbiamo valutato che, in quello specifico lasso di tempo, non vi fosse richiesta, da parte degli studenti, di quel servizio. I ragazzi hanno pensato che il luogo fosse abbandonato e hanno deciso di occuparlo per denunciare la mancanza di spazi per studiare in città. Quello che io ho detto loro, essendo un po' più vecchio, è che forse sarebbe ora di trovare delle forme di protesta un po' diverse dall'occupazione. La mensa in questione aprirà tra qualche giorno a supporto dell'Universiade, come servizio in più rispetto a quello offerto al Sanbàpolis.
Il problema spazi però non si limita alle mense e alla aule studio. È un problema che coinvolge tutta la città.
Il discorso abbraccia un po' tutti i giovani, dalla biblioteca comunale, gli spazi di giorno e gli spazi di notte. Un problema che c'è tra i giovani e la città. Da parte nostra, Opera Universitaria, c'è attenzione, disponibilità a confrontarci con gli studenti. Ovviamente gli studenti dovranno portare delle proposte che rappresentino un buon numero di studenti. L'Università non può farsi carico di problemi che riguardano le amministrazioni comunali, provinciali etc come quello di trovare spazi per attività di incontro, per i precari, per i giovani con partita iva, come era richiesto dal primo volantino dei ragazzi dell'occupazione alle mensa di via 24 maggio.
Dall'anno prossimo sappiamo che il destino dell'Opera è un po' incerto. Sul futuro dell'ente lei cosa ci può dire?
La finanziaria dell'anno scorso aveva prorogato fino al 30 giugno 2014 l'esistenza dell'Opera Universitaria, sarebbe dovuta scadere quest'anno poi poiché andava a coincidere con un periodo delicato come quello delle elezioni e dell'insediamento della nuova giunta, si è deciso di prorogare di un anno per evitare di dare soluzioni su un problema che avrebbe poi dovuto essere gestito dai nuovi assessori. Morale, abbiamo una nuova giunta da qualche giorno, io ho già sollevato il problema al rettore e all'assessore, in occasione del veloce scambio di battute il giorno dell'occupazione, e al consiglio di amministrazione. Noi siamo un ente provinciale e quindi spetta alla Provincia la decisione. Nel giro di due o tre mesi dobbiamo arrivare ad una soluzione, non dico concordata, ma che venga valutata insieme. Quello che è inaccettabile, che pesa a me e pesa agli studenti, è procedere a pezzi di proroga. Da un anno all'altro ci si trova in difficoltà con i progetti che si hanno: portarli avanti o cosa farne? Però ci tengo a sottolineare che il personale non rischia niente, se chiude l'ente il personale continuerà il proprio lavoro poiché il servizio deve continuare ad essere erogato.