a cura di Veronica Permer
Trento è Castello del Buonconsiglio, Muse, Museo Diocesano, ma è anche tanto altro.
In Cultural.Trento andremo alla scoperta di alcuni luoghi culturali e di aggregazione sparsi per la città con una serie di interviste.
Macro e micro si incontrano per far crescere sempre di più ciò che ci circonda.
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I nostri progetti sono tanti, ma un mago non rivela tutti i propri segreti, giusto?
Si presentano così, con una citazione dell’artista americano Joe Grillo, Davide Raffaelli e Camilla Nacci, fondatori di Cellar Contemporary, un innovativo spazio espositivo che propone una visione contemporanea dell’arte. Un prezioso gioiello nel centro storico di San Martino, dislocato su due piani collegati da una scala in ferro battuto. Una galleria d’arte in cui si scende e si sale, con gli occhi fissi alle pareti, ma la cui visita non termina qui.
L’esperienza visiva prosegue anche online, su cellarcontemporary.com, dove la dimensione fisica e quella virtuale si incontrano. Qui non solo è possibile rimanere sempre aggiornati sulle attività in corso e sulle mostre passate, ma si ha anche la possibilità di interagire direttamente con Cellar Contemporary e di acquisire opere d’arte e oggetti d’artista in edizione limitata. Un modo semplice e diretto per far sì che l’arte entri nell’uso quotidiano e coinvolga tutti, proprio come aveva fatto Keith Haring, nel 1986, con l’apertura del suo Pop Shop nel quartiere di SoHo dell’Isola di Manhattan a New York.
Non ci resta allora che intervistare Davide e Camilla, per toglierci subito qualche curiosità su Cellar Contemporary e sul suo stesso nome che, a una prima impressione, rimanda a una cantina o a un seminterrato contemporaneo, proprio come il suo spazio che ci porta dall’alto verso il basso attraverso una ripida scala.
Cosa significa Cellar e cosa rappresenta per voi? Quando ha avuto inizio?
L’idea di Cellar Contemporary è nata inizialmente proprio da una “cantina” (da qui il nome): si tratta dello spazio espositivo “Sala Bacco”, situato nelle antiche cantine del Palazzo Wolkenstein, all’interno della storica galleria d’arte contemporanea trentina Studio d’Arte Raffaelli, il cui titolare è il padre di Davide, Giordano, e dove Camilla lavora come assistente e curatrice da otto anni. Pensandola inizialmente come una sorta di project room dedicata ai giovani artisti e alle giovani artiste all’interno della galleria principale, Cellar Contemporary ha poi preso una strada autonoma diventando nel 2016 una galleria indipendente nello spazio di via San Martino, 52, dove lavoriamo con le generazioni più giovani.
Anche il vino nuovo ha bisogno di maturare “in cantina” per raggiungere il suo gusto migliore, e il concetto resta valido per la crescita personale e professionale delle artiste e degli artisti, che promuoviamo con il nostro lavoro.
L’innovazione, il coinvolgimento e la promozione di giovani artisti nazionali e internazionali sono alla base della vostra galleria. Come avviene la vostra ricerca?
Manteniamo uno stretto legame con lo Studio d’Arte Raffaelli perché crediamo nel confronto intergenerazionale e nello scambio osmotico tra artisti e artiste; amiamo conoscere nuovi talenti a partire magari da qualche suggerimento da parte di artisti/e o galleristi/e, e coltiviamo le relazioni con e tra le artiste e gli artisti che gravitano intorno alla galleria, sia sul territorio italiano e locale, sia internazionale, soprattutto americano e sudafricano. Poi da cosa nasce cosa: con molti/e artisti/e abbiamo iniziato a conoscerci e a lavorare insieme grazie al pretesto di mostre collettive o tramite collaborazioni esterne.
A quanto pare Cellar Contemporary non è solo in via San Martino 52 e online, ma è anche itinerante. Le collaborazioni con altre realtà sono tante, frequenti e varie. Vi va di raccontarci qualcosa di più?
Certamente, abbiamo creduto da sempre nelle contaminazioni e nelle collaborazioni esterne come strumento per creare nuove reti e nuovi contatti, così fin dalla sua fondazione Cellar Contemporary cura e organizza mostre per e in collaborazione con altri enti, sia pubblici che privati; un esempio è la curatela delle mostre a Palazzo Conti Martini in occasione del Settembre Rotaliano, avviata su spunto del curatore Federico Mazzonelli, poi abbiamo partecipato alla seconda edizione di ARTE FORTE, collaborato con il Forte di Civezzano e attualmente stiamo facendo alcune felici partnership fuori regione, ad esempio con la galleria piemontese Lunetta11 e con il concept store meneghino Raw&Co.
Durante la pandemia Cellar Contemporary è rimasta fisicamente ferma, ma digitalmente connessa, con una rubrica dal titolo Artistwor(l)d. Attraverso i canali online della galleria, vari artisti hanno mostrato e raccontato parte del loro mondo, incentivando ancora una volta una visione dell’arte il più possibile aperta.
Volgendo il vostro sguardo al futuro, come vedete Cellar Contemporary tra qualche anno e che cosa vi augurate?
Ci auguriamo di continuare con i nostri progetti off e online con lo stesso entusiasmo!
Stiamo sviluppando la collezione di oggetti e Limited editions d’artista, e ci apriamo sempre più spesso a nuovi ambiti d’indagine, mantenendo il programma espositivo “tradizionale”, ma non ponendo mai limite alla ricerca e alle novità.
Grazie a Davide e a Camilla per essere stati con noi!
Le loro porte in via San Martino 52 sono aperte:
– dal mercoledì al venerdì dalle 15:30 alle 19:00
– sabato dalle 11:00 alle 18:30
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