Gli studenti trentini mostrano il volto alternativo dell’imprenditorialità

di Martina Ghedin

È noto a tutti che l’imprenditorialità ha un ruolo chiave nello sviluppo della nostra società, specialmente in questi ultimi anni, durante i quali non si parla d’altro che di startup. Ma l’associazione no profit “Enactus” ha deciso di concentrarsi sul lato più sociale dell’imprenditorialità e dell’innovazione. Con questa premessa è nata una competizione, alla quale possono partecipare team di universitari che abbiano idee innovative con un forte impatto sociale, diciamo idee che vadano oltre i soliti luoghi comuni. Il gruppo composto dagli studenti dell’ateneo di Trento ha avuto la meglio nell’Enactus Italian National Competition e, a fine settembre, affronterà la finale mondiale a Londra.

Ma quali sono state le “visoni” vincenti? Il team trentino è riuscito ad affrontare tematiche ben note (quali l’integrazione e la cura dell’ambiente) e, con un po’ di fantasia, ha proposto ai giudici dell’idee alternative e potenzialmente realizzabili. Il primo progetto si chiama Re-Factory e consiste nel recupero di materiali che andrebbero buttati nelle discariche. La prima azione concreta riguarda la valorizzazione del legno, lavorato da un gruppo di immigranti affiancati da artigiani, che verrà riutilizzato per le scenografie teatrali. Diversamente, il secondo progetto si chiama Kilimangiamo, che consiste nella conoscenza di diverse culture attraverso le rispettive tradizioni culinarie.

L’attesa trepidante di settembre per il team dell’Unitn si fa viva e il loro lavoro continua alla ricerca di nuove idee da presentare a Londra, con il costante supporto del professor Alessandro Rossi e della dottoressa Gloria Cannone. Dovranno affrontare gli altri candidati provenienti da 36 paesi, ma noi, da qui, facciamo il tifo per loro.