I Curly Frog & The Blues Bringers al fianco dell'Orchestra Haydn? Sì, non stiamo scherzando. Questa sera di apre il ciclo di appuntamenti della Haydn's Summer che ospiterà la performance nata nell'ambito del concorso “Music 4 the next generation”, promosso nel 2015 dalla Fondazione Caritro in partnership con Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Teatro Zandonai del Comune di Rovereto, Conservatorio Bonporti di Trento, Conservatorio Monteverdi di Bolzano, le province autonome di Trento (Politiche giovanili) e Bolzano, con la collaborazione di Upload Sounds e la direzione artistica di Emanuela Rossini.
Si parte stasera a Ortisei nella Piazza del Comune. Il primo agosto sarà la volta di Trento nel cortile delle Crispi mentre il 3 l'evento sarà a Rovereto in Piazza Malfatti, sempre con inizio alle ore 21.00.
Il programma prevede la coinvolgente interpretazione della danza ungherese numero 5 di Brahms: “Brahms in Tennessee”, arrangiato con la collaborazione del professor Danilo Minotti del Conservatorio Bonporti con i quali i musicisti hanno seguito l'intensiva masterclass messa in palio dal concorso.
“L'incontro con questi ragazzi è stato straordinario e sono convinto che se Brahms fosse esistito ai nostri giorni si sarebbe senza dubbio divertito – ha commentato il professor Minotti. – Il brano proposto questa sera è unico: le note originali di Brahms si trasformano via via nella energica reinterpretazione della band”. “Abbiamo trasformato il brano in 'maggiore' e lo abbiamo reso più 'saltellato', nel nostro stile, mettendo nel contempo a frutto la formazione classica che la maggior parte di noi ha alle spalle – ha spiegato poi Samuele Ghezzi dei Curly Frog & The Blues Bringers.
Il secondo brano in programma parte da una prospettiva diversa. Si tratta di uno dei nuovi pezzi del gruppo, dal titolo “My own gospel” tratto dall'ultimo album della band “Owt”, registrato a Berlino e pubblicato nel gennaio del 2016. La sfida in questo caso è stata la collaborazione con l'Orchestra Haydn per l'esecuzione congiunta del brano, una scelta ispirata anche dalle numerose registrazioni orchestrate dei brani di Ray Charles, uno dei punti di riferimento musicale del gruppo.
“Mettersi a confronto con un pezzo di musica classica è una delle sfide più grandi che un musicista possa affrontare. Per questo fin dall'inizio questo concorso ci è sembrata davvero una sfida stimolante che consigliamo anche agli altri gruppi” conclude Samuele Ghezzi. Un invito che troverà presto sbocco. La Fondazione Caritro sta infatti lavorando insieme a tutti i partner e progettando una seconda edizione del concorso nel 2017 per continuare a promuovere la creatività e il contatto tra generazioni attraverso la musica.