Il Magnificat in Duomo

Martedì 18 si è svolto il tradizionale concerto di Natale fra le pareti del Duomo di Trento. Protagonisti: gli studenti del Conservatorio Bonporti.

di Giulia Leccese

Hanno fatto tremare le campate della cattedrale di San Vigilio di Trento, l’orchestra di fiati e il coro del Conservatorio F. A. Bonporti assieme al coro Marc’Antonio Ingegneri di Verona, che durante la serata di martedì 18 dicembre hanno unito strumenti e voci per la ventunesima edizione del tradizionale concerto di Natale, organizzato assieme al Rotari Club Trentino Nord e al quotidiano l’Adige.

Dopo i necessari auguri e discorsi di rito, inizia finalmente la musica. Il coro, diretto da Lorenzo Donati, circonda i banchi della navata centrale, intonando il primo suggestivo brano a cappella, O magnum mysterium di Morten Lauridsen: gli spettatori che hanno gremito il Duomo si girano, cercano la direzione dettata dall’orecchio, seguendo le numerose voci diverse che li circondano e che si fondono nell’armonia.

Il concerto prosegue senza interruzioni, con l’eccezione dei soliti applausi fuori dal coro e cellulari invadenti, passando per la potentissima Russian Christmas Music, in cui l’orchestra di fiati, diretta da Marco Somadossi, è riuscita ad arrivare fino alle più antiche fondamenta della chiesa: composta da Alfred Reed nel 1944 per migliorare le relazioni tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, il brano si articola in quattro sezioni con chiari rimandi alla musica tradizionale russa.

Tuttavia, il punto focale della serata è stato senz’altro l’esecuzione del celebre Magnificat di John Rutter, che ha visto finalmente l’unione di orchestra, coro e solisti, in un’alternanza di momenti di riflessione e di allegria scanzonata. Al termine dell’esecuzione gli applausi rimbombano a lungo nel Duomo, dalle panche e da dietro le colonne; la gente seduta, si alza in piedi, chi già lo era, batte le mani ancora più forte, finché non viene annunciato un bis. È nell’estrema semplicità di Adeste fideles che si chiude la ventunesima edizione del concerto di Natale nel Duomo di Trento, nella gioia, ma anche nell’amarezza di un pensiero rivolto a chi non è più qui.

Insomma, in tutte le possibili e personali declinazioni del Natale, la musica si è dimostrata nei secoli come una costante dimostrazione, sì di spiritualità, ma, allo stesso tempo, di straordinari ingegno e creatività umani, nella sempre più necessaria ricerca di umanità e vicinanza.

img. source: www.facebook.com