Ingegneri e Architetti chiedono alla Provincia di agire sui requisiti di partecipazione e arco temporale nelle gare e sulla valutazione delle referenze nell’offerta tecnica

Con una nota congiunta, l’Ordine degli Ingegneri e l’Ordine degli Architetti PPC della provincia Di Trento si sono rivolti direttamente al Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti e al dirigente dell’Agenzia Provinciale per Appalti e Contratti (APAC), l’avv. Antonio Tita, per chiedere di tornare sulle problematiche della durata dei curricula e della valutazione delle referenze nell’offerta tecnica negli appalti pubblici.

A dare lo spunto per la richiesta, un caso fortemente esemplificativo ma non isolato che si è verificato in occasione della procedura bandita dall’Amministrazione comunale di Pergine Valsugana per la realizzazione del Nuovo plesso scolastico di primo grado “Ciro Andreatta”, con la demolizione delle scuole medie esistenti e dell’edificio Ex-Silvelox.

“Con questa nota intendiamo evidenziare come, nel disciplinare di gara, nella richiesta di requisiti di partecipazione, si faccia espresso riferimento ad un lasso temporale triennale”, spiegano i due Ordini, invitando l’Amministrazione Provinciale ad ampliare i riferimenti temporali richiesti, portando a 10 anni, in luogo di 3, i requisiti esperienziali per incarichi di punta e sommatoria di incarichi analoghi e ripristinando ai migliori 3 degli ultimi 5 esercizi, anziché gli ultimi 3 esercizi, le soglie di fatturato utili.

Un tema su cui Ingegneri e Architetti ricordano di aver ricevuto dalle istituzioni, a seguito di precisa nota, “fin dalla riunione del Tavolo Appalti del 20 aprile 2023, le più ampie rassicurazioni dai rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale sulla ferma intenzione di garantire la perduranza della norma provinciale che, sul punto, contenendo un espresso riferimento al termine decennale, risultava favorire una maggiore partecipazione e, pertanto, un’effettiva e proficua concorrenza tra gli operatori economici del territorio”. Ciò anche in considerazione del fatto che il nuovo codice dei contratti nazionale non pone vincoli in merito, lasciando come mera possibilità la richiesta su base triennale e permettendo, pertanto, un aumento temporale dei requisiti di accesso alle gare.

“All’abrogazione, intervenuta nel settembre 2023, di buona parte degli articoli delle disposizioni provinciali in tema di appalti pubblici, non ha fatto seguito, per quanto concerne nello specifico la tematica di cui trattasi, nessun intervento da parte della P.A.T., né in testi legislativi né regolamentari e neppure nelle promesse linee guida o circolari, a tutt’oggi non emanate”, prosegue la nota: “Ciò rappresenta, di tutta evidenza, un limite ulteriore alla partecipazione degli studi e società di ingegneria operanti in provincia, intrinsecamente caratterizzati da dimensioni medio-piccole, e, con riferimento al bando portato quale esempio, ci si domanda, lecitamente, quanti operatori economici del territorio potranno partecipare”.

Una seconda questione, contenuta nella lettera indirizzata alle istituzioni, riguarda inoltre il tema delle richieste specifiche, dei parametri e delle relative valutazioni dell’offerta tecnica nelle procedure di gara con il criterio dell’OEPV. “Come abbiamo più volte segnalato, in numerosi bandi si assiste ad un’illegittima commistione fra i criteri soggettivi di qualificazione e quelli oggettivi afferenti la valutazione dell’offerta”, spiegano i rappresentanti degli Ordini: “Anche in questo caso, nel citato Tavolo Appalti dell’aprile 2023 era stato garantito un intervento volto a emanare specifiche Linee Guida per le procedure con il criterio dell’OEPV; solo di recente e solo formalmente è stato costituito lo specifico Sottotavolo dedicato alla loro stesura ma, ad oggi, non vi è stata ancora neppure la prima convocazione”. In sintesi, nell’offerta tecnica non si deve richiedere in maniera arbitraria e contraria al codice (art. 108) e a numerose sentenze, esperienze fra l’altro molto superiori a quelle richieste per la fase di accesso alla gara, traslando e aumentando di fatto i requisiti di accesso nella successiva fase di offerta tecnica, limitando abnormemente la concorrenza: da una decina di studi locali in grado di eseguire il servizio si può arrivare in moltissimi casi a un solo operatore economico locale. Nella vicina provincia di Bolzano, dall’esame delle procedure bandite dalle amministrazioni del territorio, in primis la P.A.B., si rileva una maggiore attenzione per gli operatori economici locali. 

L’auspicio dell’Ordine degli Ingegneri e dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Trento, quindi, è che, “a distanza di oltre un anno dall’apprezzata presa di posizione verbale sul tema della durata dei curricula come pure dall’impegno di produrre tali nuove Linee Guida in modo partecipato, l’Amministrazione Provinciale possa risolvere queste problematiche davvero rilevanti per i nostri iscritti, con l’invio in tempi rapidi di comunicazione a tutti gli enti delle indicazioni della P.A.T. su tali temi e successiva adozione degli atti normativi più idonei per cristallizzare quanto, a più riprese, promesso a questi Ordini a tutela delle categorie professionali e della concorrenza”. 

Ci vuole una chiara presa di posizione politica che consenta la partecipazione e la valorizzazione dei professionisti che operano sul territorio, senza dimenticare che l’obiettivo da parte della PA e dei nostri iscritti è realizzare opere di qualità, a favore della cittadinanza.