La Pizza patrimonio Unesco, forse, nel 2017

di Nicola Pifferi

La Commissione nazionale italiana per l’Unesco, accogliendo la proposta del Ministero dell’Agricoltura e con il sostegno dei ministeri degli Esteri, dell’Università, dell’Ambiente e dell’Economia ha scelto “L’arte dei pizzaiuoli napoletani” come unica candidata italiana per diventare Patrimonio Mondiale dell’umanità.

Dal 2012 l’Unesco ha chiesto ai singoli Paesi di segnalare un solo dossier all’anno per il Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, il dossier inizierà adesso un lungo e complesso iter che coinvolgerà oltre 200 Paesi, «specialmente perché fino ad ora mai l'Unesco ha iscritto una tradizione connessa a una produzione alimentare», ha commentato il curatore legale del dossier Pierluigi Petrillo. La candidatura de "L'arte dei pizzaiuoli napoletani" sarà valutata dall'Unesco, con sede a Parigi, nel 2017. Per la Commissione "L'arte dei pizzaiuoli napoletani" ha svolto una funzione di riscatto sociale, elemento identitario di un popolo, non solo quello napoletano, ma quello dell'Italia. È un marchio di italianità nel mondo.

La candidatura ha come obiettivo anche quello di evitare “contraffazioni”, di evitare il rischio "scippo" da parte degli americani che, nei giorni scorsi, avevano annunciato la candidatura della "pizza" american-style. La decisione conferma quanto la Commissione aveva già deliberato un anno fa ma che poi non aveva avuto seguito per motivi tecnici legati alle procedure Unesco.