di Giulia Leccese
Trentino: valli verdi e alte vette innevate, una vera e propria “oasi polmonare”, apparentemente così lontana da quei disastri ambientali che invece affliggono e prostrano altri territori della nostra penisola. Parole come "discariche abusive", "camorra", "rifiuti tossici" suonano spesso estranee, ma la verità è che non lo sono affatto, anzi.
Terra Mala – Viaggio nella Terra dei Fuochi è il titolo della mostra fotografica ospitata nelle sale del Museo Diocesano Tridentino fino al 6 maggio 2019, e vede protagonisti gli scatti del fotografo freelance Stefano Schirato, da anni impegnato in un ampio progetto sul legame tra inquinamento e malattie causate da condizioni ambientali malsane.
Ed ecco, dunque, che in un attimo i drammi di chi vive centinaia di chilometri lontano da noi, diventano anche i nostri, pesano sulle spalle come dei macigni.
Entrando nelle sale della mostra, il visitatore varca la soglia della propria verde vallata o ridente cittadina trentina e arriva nella "Terra dei Fuochi", regione compresa tra Napoli e Caserta dove per oltre trent'anni è stata smaltita illegalmente una quantità inimmaginabile di rifiuti tossici (i cosiddetti rifiuti speciali) legando l’imprenditoria del nord alla camorra e alla politica campana.
Il danno ambientale e sanitario è notoriamente di entità macroscopica: il terreno, costretto a divorare gli scarti dell’azione antropica, esala fumi tossici, dei quali si impregnano le colture, l’aria, i polmoni.
Il reportage fotografico di Stefano Schirato è frutto della collaborazione con Padre Maurizio Patriciello, parroco di San Paolo al Parco Verde di Caivano, uno dei principali attivisti della zona e ritrae chi combatte quotidianamente contro la propria stessa terra, che da madre si è drammaticamente trasformata in assassina: bimbi malati e famiglie dilaniate dai tumori, campi nomadi galleggianti su cumuli di immondizia, madri inconsolabili ma terribilmente coraggiose, giovani che reclamano un futuro migliore. Sono questi i protagonisti della mostra che ci rende tutti, dal Trentino alla Sicilia, responsabili dell'ambiente: non una pagina bianca da imbrattare senza criterio, non una bestia da soma, ma il millenario rapporto sinergico tra uomo e substrato fisico, tra tradizioni e tecnologia, tra politica e salvaguardia del bene comune.
L’invito è rivolto a chiunque avverta la necessità di sentirvi meno visitatore e più abitante del mondo.
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