L'opinione di Nicola Pifferi
Era novembre 2016, non pensavamo alle elezioni italiane, c'era un problema dall'altra parte dell'oceano: dopo la Brexit che già ci aveva scombussolati Trump era stato eletto presidente degli Stati Uniti. Io scrivevo un editoriale facendomi una promessa: mai più andare a dormire durante lo spoglio.
Mi spiego: sia durante la maratona televisiva sul referendum britannico per lasciare l'UE, sia durante quella sulle presidenziali americane io ero andato a dormire quando gli exit poll e le proiezioni davano per scontata una vittoria del remain nel primo caso, e della Clinton nel secondo. In entrambi i casi mi ero svegliato per scoprire che le mie speranze erano state mal riposte. Mi ero quindi ripromesso di non andare più a dormire durante lo spoglio delle schede, teorizzando che ci fosse un qualche collegamento astrale tra il mio andare a letto troppo presto e il ribaltarsi delle previsioni.
Convinto della mia teoria, dopo aver visto le prime proiezioni sul pavimento dello studio di RaiNews24 che davano per certa una débâcle dei democratici in favore degli estremisti, ho deciso di andare a dormire sperando di risvegliarmi con la bella notizia di un ribaltamento dei dati.
E niente, non è successo. L'unica soluzione sembra quindi essre l'insonnia. Prometto: alle europee non dormo e mi faccio tutta la maratona. Ok?
Immagini: EPA, RaiNews.it.