di Giuseppe Tirelli
Spregiudicato e irriverente, critico ma anche (e sopratutto) divertente; ieri pomeriggio, sabato 23/09, il notiziario online "Lercio", con un originalissimo format che concilia l'online con un live show stile cabaret, ha riempito di sana satira politica Piazza Cesare Battisti, gremita di giovani nell'ambito del Festival delle Resistenze.
Il noto quotidiano di "fictional news" è stato rappresentato da due suoi giornalisti che hanno aperto e chiuso lo show con una serie di notizie veloci e "lerce". Dalla politica "Si rompe la macchinetta del caffè, Pd verso la scissione (la terza oggi)" allo spettacolo "Giornalista di Studio Aperto non sa di essere in onda e da una notizia di economia" tanti sono stati i temi trattati. Con il solito piglio ironico e mai banale, i due hanno creato uno spettacolo coinvolgente (un gioco prevedeva persino la partecipazione attiva di due ragazzi del pubblico) e frizzante, senza risultare tedioso, nonostante il rischio fosse dietro l'angolo, grazie ai continui cambi di attività. Unica nota negativa: i due non hanno indotto una vera riflessione sul concetto di satira e del potere della manipolazione dell'nformazione, come forse qualcuno si aspettava.
Lo spunto più profondo che i giornalisti di Lercio hanno lasciato va ricercato nel momento in cui hanno mostrato al pubblico le reazioni indignate della gente alle loro news palesemente false pubblicate sui social. A parer loro, la maggior parte del persone non solo non legge l'articolo, ma si ferma addirittura al titolo, come dimostrato dai loro commenti, offensivi e quasi mai pertinenti.
Interessante anche l'introduzione dello scrittore Daniele Rielli che, collegandosi al tema, offre una riflessione degna di nota su come le istituzioni umane si fondino sul "capro espiatorio" da sempre. "Dopo aver bruciato una persona che non c'entra niente" racconta Rielli citando la Presidentessa Boldrini, "è come se si vivesse tutti un po' più felici".