Chiudono per ristrutturazione le piscine Manazzon, per tutti noi “le Fogazzaro”. Per raccoglierne la memoria e proiettarci verso la riapertura Elisa Vettori fotografa, Vera Boni che ha curato i testi, e Alice Lotti graphic designer e illustratrice di Torino, le hanno raccontate attraverso un’esposizione fotografica, un diario visivo per documentarne la vitalità.
Il reportage, che comprende 18 tavole in ecoplak alte 1,83 metri che ricoprono una superficie di 35 metri sul retro degli spalti e un pannello di 6 metri per 3 che raccoglie 30 ritratti di coloro che lavorano nella struttura, è visitabile dal 5 al 10 settembre, giorno di chiusura del centro sportivo di via Fogazzaro, che da settembre sarà sottoposto a una radicale ristrutturazione finanziata grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le tavole saranno poi usate per rivestire il cantiere che durerà due anni e sarà dedicato a Piero Cavagna, il fotografo scomparso lo scorso autunno che, con il progetto “Gli ultimi delle Crispi”, aveva avuto l’idea di far vivere le vecchie scuole in ristrutturazione con le immagini degli ultimi bambini che le avevano frequentate prima della chiusura per lavori. Rosanna Ravagni, moglie di Pietro Cavagna, racconta a tal proposito l’importanza che aveva per il marito il senso di memoria e la sua trasmissione alle nuove generazioni sottolineando la prospettiva di rinascita che accompagna “l’estate che verrà”.
Nel suo intervento la fotografa Elisa Vettori commenta così il lavoro svolto: “La fotografia prova da sempre a fissare per non dimenticare, per non lasciarsi sfuggire tra le dita quanto accade nel tempo dello straordinario e nel tempo dell’ordinario. Raccontare il tempo ordinario delle piccole trasformazioni, delle piccole storie è la mia cosa preferita. Ho cercato di raccontare questa quotidianità e quanto questo spazio offra tantissimo a tutte le persona che lo frequentano, ognuna di loro avrà i suoi sentimenti in merito, sia chi nuota professionalmente, chi ha bisogno di un po’ di refrigerio dalla calura cittadina, chi viene alle sei per una nuotata solitaria e chi per stare in compagnia. Le immagini diventano lo strumento di sedimentazione di questo ricordo. Mi auguro che questi tre anni di mancanza del centro sportivo saranno una rincorsa per un riavvicinamento forte a questo luogo, per riabbracciarlo stretto, e nel frattempo, riguardando le foto, ricordarsi di quanto sia stato importante per tutta la comunità.”