Nella splendida cornice dei monti della Lessinia abbiamo visto la nascita di due progetti molto importanti, sia dal punto di vista territoriale che culturale. Il primo ha preso vita nel 2020, mentre il secondo nel 2021, grazie al bando culturale Generazioni, promosso dalle cooperative sociali Young Inside e Inside che ha tra i principali obiettivi quello di stimolare il lavoro culturale creativo, offrendo non solo sostegno economico, ma anche un servizio di incubazione dell’idea progettuale.
Abbiamo deciso, quindi, di dare voce ad una delle protagoniste di questi progetti, per farci raccontare nello specifico, sia com’è nata l’idea di entrambi, sia com’è stato il percorso che ne è conseguito.
Proprio per questo, ci siamo rivolti a Margherita dell’Associazione Infiorescenze, la quale ha messo in luce vari aspetti dei due progetti, tra i quali alcune curiosità inedite che solo chi ha vissuto l’esperienza in prima persona, avrebbe potuto regalarci.
L’idea di dare vita ad una “narrazione condivisa” di un territorio come quello della Lessinia trentina, è nata dal fatto che lì non c’è una comunità stabile ben definita.
Non essendoci una comunità stabile che si senta appartenente al luogo in modo continuativo, manca anche una narrazione del posto, il quale viene frequentato perlopiù stagionalmente da persone completamente diverse tra loro.
Il bello è proprio questo! Tutte quante hanno qualcosa da dire, rispetto ad un territorio che viene vissuto da ognuno in maniera differente.
L’identità di un posto, infatti, non è data solo dagli abitanti, ma anche da chi lo frequenta per vari motivi, che siano di svago o lavorativi.
Il senso del progetto “MOU – Narrazioni di una montagna comune”, infatti, è proprio quello di ridare vita ad un territorio specifico, attraverso la voce di quelle persone.
Tramite varie interviste, si è riusciti a toccare con mano la vita di chi è più anziano e fa fatica ad immaginare un futuro e di chi, al contrario, essendo più giovane ha un’idea diversa di quello che verrà.
Vivere o non vivere in un territorio del genere e come? Queste sono solo alcune delle domande che Margherita insieme al suo team si sono posti.
Raccogliendo più punti di vista è stato possibile avere una visione generale del significato di vivere in quel territorio o di frequentarlo. Innanzitutto è emersa, da tutte le persone delle varie generazioni di intervistati, la necessità di creare dei punti di aggregazione non sempre e solo legati ad eventi programmati.
Momenti nei quali la comunità poteva sentirsi tale, intendendo quel luogo come un unicum che unisce e non semplicemente un passaggio per andare altrove.
Da queste istanze è nata “Summer in Lessinia”, un progetto grazie al quale sono state attivate varie iniziative culturali nel corso dell’estate. Punto fondamentale di questo è la collaborazione delle realtà trentine insieme a quelle venete.
Il progetto “Summer in Lessinia” ha avuto come scopo quello di rendere la montagna sempre più un luogo da vivere con rispetto sì, ma anche con curiosità e in maniera diversa da quella che ci si potrebbe aspettare.
Qual è stato il mezzo artistico tramite il quale arrivare a creare questo progetto? Il cinema!
Margherita, fiera dei risultati ottenuti, ci ha raccontato di come la scelta di portare il cinema in quei luoghi, sia stata legata proprio alla trasformazione degli stessi. Farli diventare ciò che non si sarebbe mai immaginato!
In questo senso è stata attivata una collaborazione con il “Cinéma du Désert”, un cinema itinerante a impatto zero che utilizza l’energia solare per funzionare.
La scelta dei film da proiettare è stata abbastanza semplice, dal momento in cui sono stati coinvolti alcuni membri del Film Festival della Lessinia che si svolge a Bosco Chiesanuova e, insieme, sono stati selezionati dal loro catalogo le pellicole da proporre nelle tre serate.
Il punto focale è dato dall’originalità e da ciò che è inaspettato, trattando la montagna come centro culturale.
Curiosi di sapere la risposta delle persone, abbiamo chiesto a Margherita se e quanto fosse stato difficile coinvolgerle.
In realtà lei ci ha raccontato che i partecipanti sono stati molti soprattutto durante le proiezioni.
Per le altre attività, al contrario, è stato più difficile coinvolgerli in quanto molti di loro erano giovani provenienti dal Veneto.
I locals infatti, si sono dimostrati più restii ad accettare e a comprendere la novità; tuttavia in molti hanno ringraziato l’Associazione per il coraggio dimostrato e per aver rischiato qualcosa in un territorio abbastanza difficile.
La sfida più grande, racconta Margherita, è stata quella di utilizzare linguaggi artistici in maniera semplice. Anche qui il successo è stato assicurato!
L’auspicio è di continuare a far sviluppare il territorio in chiave culturale, cercando di coinvolgere quante più persone possibili.
Creare quindi una comunità attiva che possa sviluppare i luoghi in maniera creativa e costruttiva, facendo sì che il territorio della Lessinia trovi una vocazione anche in ambito artistico.
In conclusione Margherita ci ha confidato che “Summer in Lessinia” non è un progetto terminato con il bando Generazioni e che anzi, stanno lavorando ad una terza edizione ancora più innovativa.
Non ci resta che aspettare di vedere cosa ci riserverà il futuro, augurando buona fortuna a questi giovani innovatori culturali.
(Articolo scritto da Ambra Proto nell'ambito del percorso esperienziale con Mercurio Società Cooperativa all'interno del Media Contest – Festival Agenda 2030)