di Lorenzo Zaccaria
Lunedì 30 ottobre, Carmine Iovine è venuto all’Arsenale a presentare il suo libro, “L’isola di Macondo”, insieme al Presidio Celestino Fava, insieme per parlare di lotta alla mafia.
Il libro di Carmine Iovine si richiama esplicitamente al locale di Mauro Rostagno (a sua volta ispirato al libro di Marquez) fondato a Milano negli anni Settanta. Tuttavia la Macondo del libro è quella dell’arcipelago delle Egadi, “Casa Macondo” – Favignana, un reale progetto sociale che si oppone alla mafia ricordando le sue vittime insieme con la città.
Ed ecco qual è il centro della questione: i volti che attraversano il libro di Carmine Iovine sono nomi fittizi ma dietro di sé nascondo persone realmente esistenti, o esistite, che hanno incrociato il loro cammino con la mafia locale, mafiosi, collusi, vittime e cittadini; una storia di personaggi reali, con i loro pregi e i loro difetti, profondamente inseriti in un contesto sociale malato ma al contempo prezioso.
Sullo sfondo l’arcipelago delle Egadi appare come un patrimonio paesaggistico naturale che resiste ai colpi di una società inquinata alla quale la narrazione, ricordando volti ed eventi, sembra ridonare speranza – parafrasando le parole di Giacomo Pilati che ne ha scritto la prefazione – per cui nulla risulta completamente perduto ispirando la lotta civile dei giusti. Lo stesso sottotitolo ce lo ricorda: La bellezza che resiste tra le onde delle Egadi.
E questa è una storia che interessa non soltanto le isole Egadi ma tutto il paese, perché l’impegno sociale, ispirato da quel Rostagno così profondamente legato alla storia di Trento, per un’opposizione alla mafia è senza dubbio un valore condivisibile per chiunque voglia migliorare questo paese non con ideali astratti ma con precisi programmi sociali.