Marlene Kuntz e Il Vile a Sanbapolis

Live report di "Onorate Il Vile Tour 2017" a Trento venerdì 24 marzo

Nostalgia, commozione, desiderio, sudore e mestiere hanno segnato il ritorno dei Marlene Kuntz a Trento. Ieri, venerdì 24 marzo al Teatro Sanbapolis, si è tenuta l'ultima tappa di "Onorate Il Vile Tour 2017". Un tour che ha voluto celebrare un disco – "Il Vile" – che compie vent'anni, un disco che chi fa parte della generazione degli anni '80 (e non solo) osanna e rispetta. E ieri sera Sanbapolis era pieno, pieno di un pubblico attento, carico e pronto a sorridere ed ad abbassare la testa per "levarsi il cappello".

Cristiano Godano, Riccardo Tesio, Luca Bergia e Luca Saporiti si sono presentati sul palco splendidi e precisi. Precisamente splendidi. La prima parte del concerto è stata calma, come se la band di Cuneo volesse proporci un climax ascendente per assaporare al meglio le sonorità e la poetica dei brani presentati.

 

"Il Vile" era ed è un mix di brani dalla complessità dialettica e sonora elevata, che però è applicabile alla realtà odierna con estrema facilità. Sembra urlare di nuovo per onorare i vili di ieri come i vili di oggi, "che in epoca di schermi luminescenti dietro i quali ringhiare come leoni non visti, non hanno il coraggio di dire vis a vis ciò che realmente si pensa di chi (non) si affronta" (cit. MK).

E il concerto al Sanbapolis ha svoltato proprio con un urlo aggraziato, all'arrivo di "Ape Regina" divina e adorata. "Come stavamo ieri" e, ovviamente "Il Vile", hanno poi segnato un'esibizione che – come di consueto – ha dato spazio ai dialoghi ritmici e alla distorsione delle chitarre in "spore" che ti riportano dritto all'adolescenza. Con gli occhi chiusi, ma anche con gli occhi aperti.

La conclusione della performance ha impeccabilmente fatto scendere lacrime di gioia a tutta la prima fila con un tris che ha visto la nuova "Lunga attesa", accompagnata da un'inaspettata "Ineluttabile" arrivare direttamente da "Ho ucciso paranoia". E se fino a quel momento "Catartica" si era respirata solo in accordi di passaggio, per il finale del concerto i Marlene Kuntz hanno lasciato "Nuotando nell'aria". In momenti come quello, non ci sono più parole per descrivere cosa si ha di fronte e il cuore non si domanda più "cos'è che manca".

"Questa non è musica, questa è solo chirurgia" – cantava tempo fa un mio vecchio amico – ed è una frase che si può applicare anche ai Marlene, che chirurgicamente hanno dipinto per anni il nostro universo sonoro. Questo, poi, non è un vero e proprio Live report del concerto dei Marlene a Sanbapolis, ma è più un ringraziamento ad una band che ha saputo segnare la storia della musica italiana, essendo anche una cura ed un'ispirazione per tanti.

Ora non ci resta che aspettare i prossimi tour (e magari di essere invitati anche alle prove).

P.S. Bravi Maude.

Testo e foto: Serena Bressan

Video: Marlene Kuntz – "Come stavamo ieri" da "Il Vile" (1996)