Nella prima puntata della seconda stagione de l’Officina del Suono, Sasha e Fausto vi accolgono calorosamente, pieni di energia e pronti per un nuovo capitolo.
La conversazione si apre con aneddoti sull’estate appena passata, durante la quale i due hanno avuto modo di scoprire nuova musica e guardare il panorama musicale che ci circonda.
Il primo brano scelto è Non ci penso di Coca Puma, un pezzo che combina atmosfere post-rock con influenze dream pop e hyper-pop. Sasha racconta di aver ascoltato questa canzone ripetutamente durante i viaggi estivi, apprezzandone le sfumature esotiche e le parti strumentali che fondono world music e melodie ipnotiche.
Si passa poi a Chanelina Soubrette, un brano di Sayf in collaborazione con Disme e Ele A, che evoca i suoni anni ’90 e il mondo dell’hip-hop underground.
Qui si apre una parentesi critica sulla scena hip-hop moderna, lamentando come il significato originario del genere sembri in parte perso tra dissing e marketing.
Segue Breezin di Masayoshi Takanaka, una traccia che Sasha definisce a tratti mistica, con sonorità jazz giapponesi che richiamano artisti come Herbie Hancock. L’attenzione poi si sposta sul progressive rock italiano con Taxi del Banco del Mutuo Soccorso, un pezzo che evoca ricordi d’infanzia al nostro Sasha, e rappresenta un omaggio al rock sperimentale italiano degli anni ’70.
La puntata si avvia alla conclusione con Pasta frolla dei Post Nebbia, nuovo singolo della band padovana che anticipa l’uscita del loro nuovo album. Fausto ne sottolinea le influenze locali e la connessione con Coca Puma, entrambe supportate dall’etichetta indipendente Dischi Sotterranei.
Infine, i due ragazzotti anticipano qualche sorpresa per gli ascoltatori: collaborazioni future con altri podcast, ospiti speciali e nuovi esperimenti in arrivo.
Vi lasciamo, facendovi intravedere il mix di musica e discussioni appassionate che caratterizzeranno questa nuova stagione.