di Marta Pilotto
Come ogni migliore idea, Acropoli è nata al bar. Una birra, sette amici – tutti studenti di Ingegneria edile architettura a Mesiano – e la ferma convinzione che l'università, così com'è, è troppo lontana dal mondo reale e non facilita l'inserimento lavorativo.
Perché, allora, non mettersi in gioco per cambiare le cose?
Ne è nata un'associazione studentesca con sede al DICAM che vuole essere un contenitore di idee e proposte nell'ambito culturale dell'architettura e della progettazione.
"L'università italiana spesso è portata ad avere delle lezioni molto frontali, univoche, dove l'informazione passa dal professore agli studenti e raramente rimbalza nella direzione opposta.
Acropoli si propone, invece, di invertire questo processo rendendo gli studenti più emancipati culturalmente.
Ci piace pensare che gli studenti, facendo rete tra di loro e trovando uno spazio per il dibattito e il confronto tra pari, possano aumentare le proprie conoscenze e competenze e rendere la loro formazione più dinamica. Una sorta di università aumentata, se così si può dire."
Raffaele Aliberti, neopresidente dell'associazione, si dimentica del suo caffé mentre mi spiega con chiarezza e passione quello che ha spinto lui e altri sei compagni di università a fondare Acropoli.
Il logo di Acropoli è stato scelto tramite un concorso lanciato dall'associazione stessa.
Sono stati presentati 16 progetti e, dopo una prima selezione, i migliori 5 sono stati pubblicati sulla pagina Facebook e sottoposti al voto popolare: ha vinto una ragazza polacca dell'università della Slesia.
Settimana scorsa hanno, poi, incontrato i giovani professionisti di Campo Marzio per riflettere con loro sui profondi cambiamenti che hanno investito il ruolo dell'architetto e che devono portare a un serio ripensamento del modo di progettare e costruire.
Per essere un buon professionista non basta essere un abile tecnico.
Gli architetti e gli ingegneri di domani devono saper sviluppare due caratteri fondamentali che esulano dalle competenze teoriche e nozionistiche: sensibilità e consapevolezza.
A richiederlo non è solo il mondo del lavoro, ma anche un dovere di cittadinanza e un senso di appartenenza alla società civile.
Acropoli ci sembra andare proprio in questa direzione, con lucidità e determinazione.
E quindi non possiamo che augurarvi in bocca al lupo!!