Acropoli: nuova associazione universitaria

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Acropoli: nuova associazione universitaria
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Fa parte della serie

di Marta Pilotto

Come ogni  migliore idea, Acropoli è nata al bar. Una birra, sette amici – tutti studenti di Ingegneria edile architettura a Mesiano – e la ferma convinzione che l'università, così com'è, è troppo lontana dal mondo reale e non facilita l'inserimento lavorativo.

Perché, allora, non mettersi in gioco per cambiare le cose?

Ne è nata un'associazione studentesca con sede al DICAM che vuole essere un contenitore di idee e proposte nell'ambito culturale dell'architettura e della progettazione.

"L'università italiana spesso è portata ad avere delle lezioni molto frontali, univoche, dove l'informazione passa dal professore agli studenti e raramente rimbalza nella direzione opposta.

Acropoli si propone, invece, di invertire questo processo rendendo gli studenti più emancipati culturalmente.

Ci piace pensare che gli studenti, facendo rete tra di loro e trovando uno spazio per il dibattito e il confronto tra pari, possano aumentare le proprie conoscenze e competenze e rendere la loro formazione più dinamica. Una sorta di università aumentata, se così si può dire."

Raffaele Aliberti, neopresidente dell'associazione, si dimentica del suo caffé mentre mi spiega con chiarezza e passione quello che ha spinto lui e altri sei compagni di università a fondare Acropoli.

L'associazione è nata ufficialmente tra settembre e ottobre e ha immediatamente riscontrato una risposta estremamente positiva sia all'interno che all'esterno dell'università.

Il logo di Acropoli è stato scelto tramite un concorso lanciato dall'associazione stessa.

Sono stati presentati 16 progetti e, dopo una prima selezione, i migliori 5 sono stati pubblicati sulla pagina Facebook e sottoposti al voto popolare: ha vinto una ragazza polacca dell'università della Slesia.

Settimana scorsa hanno, poi, incontrato i giovani professionisti di Campo Marzio per riflettere con loro sui profondi cambiamenti che hanno investito il ruolo dell'architetto e che devono portare a un serio ripensamento del modo di progettare e costruire.

Le attività che si propongono di realizzare per il futuro saranno ad ampio spettro: da conferenze e dibattiti di carattere prevalentemente interattivo fino a dei workshop che portino alla progettazione di  qualcosa di originale. L'obiettivo finale è proprio quello di produrre un contenuto nuovo, introdurre tramite un'installazione o una costruzione un modo diverso di abitare lo spazio o un'area urbana di Trento, città in cui studenti e cittadini convivono, non sempre senza problemi.

Per essere un buon professionista non basta essere un abile tecnico.

Gli architetti e gli ingegneri di domani devono saper sviluppare due caratteri fondamentali che esulano dalle competenze teoriche e nozionistiche: sensibilità e consapevolezza.

A richiederlo non è solo il mondo del lavoro, ma anche un dovere di cittadinanza e un senso di appartenenza alla società civile.

Acropoli ci sembra andare proprio in questa direzione, con lucidità e determinazione.

E quindi non possiamo che augurarvi in bocca al lupo!!