Nella vita di tutti capitano quei momenti bui, quei quotidiani lampi di tragedia, quegli sprazzi di impotenza umana contro il cosmo e le sue leggi, tali da farci ammettere che, in fondo, della vita non resta che ridere, per sopravviverle. Non è sempre semplice però riuscire a farlo: se gli stimoli non dovessero bastarvi, niente panico, esiste un nume tutelare cui appellarsi.
Guido Catalano è un poeta nato nel 1971 a Torino, città dove ancora vive e vive in bicicletta. Al momento, le sue opere sono state pubblicate in 6 raccolte, di cui le ultime dai titoli “Ti amo ma posso spiegarti” e “Piuttosto che morire m'ammazzo”. L'autoironia è sicuramente uno degli stilemi principali di questo scrittore, ma non si può esaurire limitandola a questo aspetto la capacità pervasiva della poesia di Catalano, capace di articolarsi in tante e tanto caleidoscopiche sfaccettature espressive.
L'agrodolce sguardo di Guido Catalano sulla vita si farà voce la sera del 9 Settembre alla Bookique di Trento, dove il poeta terrà un reading delle proprie opere, anche inedite. Ad introdurlo in questa serata saranno altre due voci dal tono sarcastico, quelle di Zadra & Nico. Non abbiamo elementi sufficienti, al dato attuale, per affermare che Catalano arriverà in bicicletta anche a Trento, possiamo però riportare un dialogo con il poeta, articolato in 5 temi base: cosa mai accadrà il 9 Settembre alla Bookique; performing poetry e la portata dei social networks nella diffusione della poesia; la scrittura di testi musicali per sé e per altri; i lavori della gavetta e il non fare ferie ad Agosto; la magia di Torino.
Questa è l'intervista a Guido Catalano, da pozzettista a poeta (capirete perché), e attenzione, che saltano fuori nomi come Lucio Battisti, Mogol, Woody Allen, De Gregori, così, come a ridere.
Lucia Gambuzzi
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