Che la politica estera si misuri fra idealismo e realismo è cosa risaputa. Non è semplice, però, prevedere tutte le conseguenze delle azioni intraprese a livello diplomatico, commerciale e politico con altri Stati non democratici, specie quando lo scenario geopolitico muta così rapidamente come nel caso delle rivolte che agitano il Maghreb. Così, un po’ a sorpresa, si nota che nel Medio Oriente uno degli Stati più stabili è l’Iraq, mentre i Paesi ritenuti più affidabili dall’Occidente come Egitto, Tunisia e Libia hanno subìto o stanno subendo delle rivoluzioni. Nel caso della Libia, poi, si misurano gli ultimi anni, se non decenni, di politica estera italiana sia con governi di centrosinistra che di centrodestra. Senza dimenticare il problema legato all’immigrazione clandestina che, di fronte a guerre o crisi, cresce in maniera esponenziale. Da cosa nasce questa sollevazione popolare? Voglia di libertà o ragioni economiche? Cosa devono fare l’Occidente, l’Europa e in particolar modo l’Italia di fronte alle rivolte nel Maghreb? Ne parliamo con Elisabetta Bozzarelli (Partito Democratico e direttrice di Acav) e Andrea Asson (Giovane Italia – Il Popolo della Libertà).