di Gianmarco Pallaoro
Nonostante la loro vasta copertura, gli autobus e le corriere che ogni giorno battono il suolo trentino non sono sempre in grado di ovviare alle molteplici necessità degli utenti, ricavando spesso non pochi disagi causa frequenza, ritardi e tratte. Non è quindi strano per molti studenti richiedere passaggi occasionali alle autovetture di passaggio, spesso trasportanti solo l’autista, per abbreviare il tragitto e, magari, fare qualche nuova conoscenza. E’ proprio a partire da questa esperienza, spiega Federico Sangatti, ideatore assieme a Matteo Ruffoni, che l’idea di PickMeUp ha cominciato prendere forma: “vedendo molte macchine che circolavano vuote mi è venuto naturale chiedere dei passaggi”, cosa ormai divenuta abbastanza comune poiché le persone “sono sempre più disposte a dare passaggi, come BlaBlacar insegna”.
PickMeUp si propone da subito come una soluzione smart ed efficiente. Si tratta infatti di un contatto che risponde ad un bot (tale PickMeUp_bot) facilmente aggiungibile su Telegram, il quale gestisce un insieme di utenti disponibili a prestare o ricevere passaggi. L’efficacia di tutto questo, spiega Matteo Ruffoni, è già stata testata grazie ad un’innovazione proposta dall’azienda sanitaria nella zona di Riva del Garda per la gestione delle prenotazioni degli esami del sangue. Il progetto conta di estendersi nelle valli, al fine di migliorare la mobilità degli abitanti delle zone più difficili da raggiungere.
Ad oggi PickMeUp conta all’incirca un migliaio di utenti, ma il progetto ha bisogno di una massa critica per divenire stabile. Nonostante questo, la missione dell’applicazione, completamente gratuita, è quella di creare una sempre migliore comunità di utenti, desiderosi di condividere i propri beni e di conoscere i propri concittadini, in funzione anche di città meno battute da macchine e più green.