di Nicola Pifferi
Per porre fine alla commercializzazione dei murales, il famoso artista italiano Blu ha deciso di cancellare i suoi murales presenti a Bologna come forma di protesta contro l’ apertura della mostra organizzata da Genus Bononiae.
La mostra dal titolo Street Art – Banksy & Co., dedicata alla storia della street art, è nata dall’idea di un gruppo di esperti nel campo della street art e del restauro con lo scopo di avviare una riflessione sulle modalità della salvaguardia, conservazione e musealizzazione di queste esperienze urbane.
La mostra ha, inoltre, l’intento di fare un viaggio nel tempo nella storia del writing: queste espressioni artistiche hanno cambiato il modo di relazionarsi allo spazio urbano, grazie anche alla disponibilità di nuovi materiali industriali, come le bombolette aerosol e i pennarelli negli anni ’70 e ’80 e, di nuove tecnologie digitali, come il web e i computer a basso costo a partire dalla fine degli anni ’90.
Per allestire la mostra però l’ente sta asportando dalle strade cittadine le varie opere di famosi writer (a volte anche senza il loro consenso) per esporle tra le pareti di Palazzo Pepoli a Bologna.
Tra le opere protagoniste della mostra anche un graffito del writer marchigiano, datato 2006, alto una decina di metri. Il blocco da 150 kg è stato asportato da un team di 6 persone che hanno lavorato 4 mesi, Camillo Tarozzi, il coordinatore dei lavori, spiega:” E’ una tecnica conservativa vecchia di secoli con cui da duecento anni si staccano letteralmente molti affreschi…”
A sostenere Blu l’intera comunità dei writers nazionali, questo perché la street art viene vista una forma di espressione che trova la sua ragion d’essere negli spazi comuni, visibile e condivisibile.