Festa del Primo Maggio: la festa del lavoro, la festa dei lavoratori. Una festa del popolo. Chi meglio degli Offlaga Disco Pax ha (ri)dato voce e musica al popolo lavorante negli ultimi dieci anni?
Il concerto si è tenuto al palasport di San Vito di Leguzzano, a una manciata di chilometri dall’industriosa Schio (VI). La pioggia del tardo pomeriggio ha impedito che l’esibizione avesse luogo nella Corte Priorato-Gandin, un suggestivo chiostro allestito a sagra dove allegri fanciulli hanno dissetato i presenti con fiumi di vino rosso. Lungo i lati della corte spicca il Museo Etnografico del Legno, dove abbiamo potuto ammirare gli attrezzi del mestiere del “marangón”, ossia il falegname, oltre a diversi campioni di «essenze lignee». L’Arciragazzi ha organizzato per tutto il pomeriggio attività ludiche con i bambini, in occasione della Mostra internazionale del libro per bambini cui aderisce la biblioteca civica.
Arriviamo proprio sotto la pioggia scrosciante. Nonostante l’inconveniente meteorologico, il prematuro esaurimento della birra rende più veloce lo spostamento della folla festosa verso il palazzetto dello sport, distante poche centinaia di metri. Non c’è un palco; la strumentazione è stata montata sul parquet, al centro del campo da gioco. Da una parte gli spalti affollati di spettatori, dall’altra le effigi di banche, casse rurali, enti vari che finanziano il palasport. In mezzo, i tre membri del gruppo, vestiti di nero e d’aspetto affaticato. L’assessore alla cultura del comune Cristiano Filippi Farmar, introducendo il concerto, ricorda che la giornata dedicata ai lavoratori celebra anche il lavoro intellettuale, per il quale le associazioni e gli enti organizzatori si spendono quotidianamente: come l’ARCI «mette[va] gli spettacoli» negli anni ottanta raccontati dagli ODP in «Lungimiranza» (da «Bachelite» del 2008), così il circolo di San Vito prova a farlo nella realtà mutata di oggi.
Il contesto della festa nazionale dona all’evento un’atmosfera confidenziale: il gruppo e la gente sanno di “stare dalla stessa parte”; Max accompagna spesso i testi delle canzoni aggiungendo commenti e riferimenti all’attualità che trovano sorrisi complici e sguardi compiaciuti nel pubblico. Ci si commuove quando, con tono sermonico, Max afferma che «la coscienza di classe è un concetto da prima elementare» e poi racconta, nella nuova «A pagare e morire…», del lavoro che mortifica l’impiegato comune il quale si ritrova a «fare da scudo umano ai risparmi della classe media».
Da poche settimane il «collettivo neosensibilista» emiliano ha dato alle stampe un meraviglioso nuovo LP, «Gioco di società». La versione vinilica dell’album è quella che dona alla pubblicazione un immenso pregio estetico: la confezione, infatti, rappresenta proprio un gioco da tavolo; si apre del tutto e va a formarne la base quadrata. Noi non abbiamo azzardato la spesa di venti euro per il pacchetto inscindibile LP+CD, ma ora che siamo a casa a mani vuote ci sentiamo tremendamente in colpa: gli Offlaga li meritano.
di Luca Baldinazzo