Tradizione E Tradimento: andata e ritorno di Niccolò Fabi.

Fermano domani a Trento il tour di Niccolò Fabi ed il suo ultimo album.

di Giulia Leccese

Dopo che, nel 2016, la sua undicesima fatica, Una somma di piccole cose, vince la Targa Tenco come miglior album e riempie i teatri di tutta Italia, Niccolò Fabi si ritrova di fronte ad una pagina bianca. Una pagina che rimane bianca per ben due anni, durante i quali, però, il cantautore romano riempie la propria mente di dubbi, esperimenti e appunti, facendo i conti con il rovescio della “medaglia successo”: la pressione.

Imbracciare la chitarra e proseguire lungo una via già tracciata, fatta di sonorità acustiche ed essenziali alla Bon Iver, oppure voltare ad essa le spalle?

Nasce così, l’11 ottobre di quest’anno, Tradizione E Tradimento, figlio di un musicista mutato, ma che allo stesso tempo non tradisce le proprie radici: ecco, dunque, che assieme alla chitarra si immergono fra le pieghe del paesaggio sonoro di Fabi i timbri dei fiati, i synth e gli arpeggiatori.

Un viaggio, quello intrapreso tra le terre dell’elettronica e dell’ambient, nel tentativo di rompere alcuni automatismi, ma che, tuttavia, non fa altro che ricondurlo verso i vecchi lidi e le sue vecchie orme, sovrapponendovi le nuove, modellate attraverso le esperienze.

Dunque, le tradizioni del linguaggio fabiano, intimità ed urgenza emotiva e sociale, rimangono a campeggiare imponenti, mentre, d’altra parte, entrano in dialettica con altri elementi: trasponendolo, dal versante puramente linguistico, ad uno più prettamente contenutistico, il concetto dell’evoluzione è esplicitato in A Prescindere Da Me, in cui la rigidità è individuata come la principale causa dell’immobilità della vecchiaia, mentre al contrario, il movimento, il mutamento, l’evoluzione, sono l’unico antidoto ad essa: “Non è finita, non è finita / può sembrare ma la vita non è finita / basta avere una memoria ed una prospettiva / a prescindere dal tempo”.

Il tema della dialettica, ovvero del contrasto generatore di conoscenza, e del costante movimento è il filo che una ad una collega tra loro le perle di questo nuovo piccolo capolavoro di Fabi: Io Sono L’Altro, singolo di lancio del disco, affronta con un linguaggio metaforico più affilato ed immediato la diversità quotidiana, quella sommessa e silenziosa, ma che Fabi, con un’abilità che ci si azzarderebbe a definire unica nel panorama cantautorale contemporaneo, amplifica sino a trasporla su un piano universale e macroscopico.

Il dialogo meta-musicale che si va ad instaurare tra la materia sonora ed il suo creatore è quindi palpabile attraverso ogni singola traccia, in una continua affermazione del proprio processo creativo: un delicato equilibrio sta nel coraggio del mutamento di sè stessi e nel superamento dell'impaccio che si prova vedendosi addosso panni differenti, o addirittura quelli di qualcun altro.

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